Papa Bergoglio in poche comparizioni pubbliche ha già scatenato entusiasmo, passione, una vera e propria febbre mediatica. Le ragioni vanno chiaramente cercate nella sua comunicazione. Francesco è un Papa che si è presentato con un "Buona sera" il giorno della sua elezione e con un "Buon giorno" al suo primo Angelus in Piazza San Pietro. E' un Papa che entra nelle case e ti augura "Buon pranzo". Parla a braccio, molto spesso. Fa battute ("Siete venuti a prendermi alla fine del mondo!"). E come molti commentatori hanno già osservato usa moltissimo il corpo: fà il segno dell'OK unendo indice e pollice, alza il pollice in cenno di intesa; abbraccia, dispensa baci sulle guance; si appoggia l'indice sulla fronte, usa la mimica facciale a commento di quanto sta dicendo. Tutto questo è molto sudamericano, ma corretto da una sobrietà, da una concretezza, da una saggezza tutta piemontese. Siamo molto lontani dalla comunicazione di Papa Ratzinger, lucida e consequenziale nella sua parte verbale, ma timida e sempre impacciata nella prossemica, nella gestualità, nella capacità di metacomunicare con il corpo il contenuto già affidato alla parola. La gente coglie questa discontinuità e risponde con un affetto che fa ritornare i più anziani al ricordo di Giovanni XXIII. Ma cosa dice questa comunicazione? Secondo me almeno due cose.
1. La prima. Papa Bergoglio opera decisamente sui registri della comunicazione informale. E' colloquiale, diretto. Tra il cerimoniale, la forma, il rituale, sceglie l'incontro vero con le persone, la sostanza, l'emozione del momento. Eravamo stanchi di una Chiesa incapace di leggere l'oggi, in stallo, prigioniera dell'equidistanza, della diplomazia, ingessata. Una Chiesa che comunicava come tutte le istituzioni comunicano: sopra le teste della gente. Il papa ha già spazzato via tutto questo. La gente lo ha capito, lo segue. Anche perché probabilmente questo Papa argentino non se lo aspettava nessuno e forse già ci stavamo rassegnando a pensare che avrebbe vinto la Curia, con le sue logiche.
2. La seconda. Il Papa che parla a braccio e infrange continuamente il cerimoniale mettendo a dura prova la capacità della sua scorta, dice anche un'altra cosa importantissima. Dice che il Papa è un uomo. Qui sta il filo rosso che lega il suo pontificato a quello di Ratzinger. Il grande teologo conclude il suo mandato dando le dimissioni: rompe quell'aura di mistero che ci aveva sempre fatto pensare al Papa come a qualcuno di soprannaturale. No, i papi si possono dimettere. Quello petrino è un servizio: la Chiesa è il popolo, non il Papa. Una scelta geniale che spiazza tutti e dà al Conclave un mandato preciso. Papa Francesco ricomincia da lì: ed esordisce da uomo. Il Papa come un fratello maggiore, uno di noi, uno che ti dice buon giorno e buona sera, che ti augura buon appetito, che puoi abbracciare come si fa con i vecchi amici. Lucia Pabon, una giornalista di Buenos Aires di cui sono amico, mi diceva oggi in Facebook che Bergoglio "es una persona muy humilde, sencilla, que ama a los pobres, es mas le decían "el cura villero"(de los barrios pobres) y que le encanta el mate que es la bebida tipica de la Argentina. Sin duda Argentina a sido bendecida y el mundo es como un plus en este año de la fe". Ecco: il Papa gaucho con la cuia del mate in mano è un'immagine molto efficace di questa umanità. E questa umanità viene sottolineata anche dalla "preghiera silenziosa", rispettosa di chi non crede. La mente corre a un altro grande gesuita che in diocesi di Milano avemmo la fortuna di avere come pastore e che proprio ai non credenti dedicò grande attenzione ottenendone in cambio una vera e propria forma di venerazione: il Cardinal Martini!
C'è molto da fare! C'è da recuperare il tanto tempo perso! C'è da rispondere alle sfide dell'oggi. Ma non c'è dubbio che Papa Bergoglio saprà essere all'altezza come dimostra l'immagine programmatica di una chiesa "povera per i poveri". Mentre lo ascoltavo, oggi, all'Angelus non trattenevo la mia commozione, la stessa che sgorgava spontanea otto anni fa', guardando le pagine del Vangelo sfogliate dal vento sulle assi di legno che custodivano le spoglie mortali di Papa Woitila. Il vento dello Spirito...
1. La prima. Papa Bergoglio opera decisamente sui registri della comunicazione informale. E' colloquiale, diretto. Tra il cerimoniale, la forma, il rituale, sceglie l'incontro vero con le persone, la sostanza, l'emozione del momento. Eravamo stanchi di una Chiesa incapace di leggere l'oggi, in stallo, prigioniera dell'equidistanza, della diplomazia, ingessata. Una Chiesa che comunicava come tutte le istituzioni comunicano: sopra le teste della gente. Il papa ha già spazzato via tutto questo. La gente lo ha capito, lo segue. Anche perché probabilmente questo Papa argentino non se lo aspettava nessuno e forse già ci stavamo rassegnando a pensare che avrebbe vinto la Curia, con le sue logiche.
2. La seconda. Il Papa che parla a braccio e infrange continuamente il cerimoniale mettendo a dura prova la capacità della sua scorta, dice anche un'altra cosa importantissima. Dice che il Papa è un uomo. Qui sta il filo rosso che lega il suo pontificato a quello di Ratzinger. Il grande teologo conclude il suo mandato dando le dimissioni: rompe quell'aura di mistero che ci aveva sempre fatto pensare al Papa come a qualcuno di soprannaturale. No, i papi si possono dimettere. Quello petrino è un servizio: la Chiesa è il popolo, non il Papa. Una scelta geniale che spiazza tutti e dà al Conclave un mandato preciso. Papa Francesco ricomincia da lì: ed esordisce da uomo. Il Papa come un fratello maggiore, uno di noi, uno che ti dice buon giorno e buona sera, che ti augura buon appetito, che puoi abbracciare come si fa con i vecchi amici. Lucia Pabon, una giornalista di Buenos Aires di cui sono amico, mi diceva oggi in Facebook che Bergoglio "es una persona muy humilde, sencilla, que ama a los pobres, es mas le decían "el cura villero"(de los barrios pobres) y que le encanta el mate que es la bebida tipica de la Argentina. Sin duda Argentina a sido bendecida y el mundo es como un plus en este año de la fe". Ecco: il Papa gaucho con la cuia del mate in mano è un'immagine molto efficace di questa umanità. E questa umanità viene sottolineata anche dalla "preghiera silenziosa", rispettosa di chi non crede. La mente corre a un altro grande gesuita che in diocesi di Milano avemmo la fortuna di avere come pastore e che proprio ai non credenti dedicò grande attenzione ottenendone in cambio una vera e propria forma di venerazione: il Cardinal Martini!
C'è molto da fare! C'è da recuperare il tanto tempo perso! C'è da rispondere alle sfide dell'oggi. Ma non c'è dubbio che Papa Bergoglio saprà essere all'altezza come dimostra l'immagine programmatica di una chiesa "povera per i poveri". Mentre lo ascoltavo, oggi, all'Angelus non trattenevo la mia commozione, la stessa che sgorgava spontanea otto anni fa', guardando le pagine del Vangelo sfogliate dal vento sulle assi di legno che custodivano le spoglie mortali di Papa Woitila. Il vento dello Spirito...