Il 16 gennaio scorso sono stato invitato al Don Calabria di Verona per tenere una relazione sull'Amore 2.0. Condivido in questo post la traccia che ho seguito nel mio intervento che ho articolato in tre momenti:
1) la definizione/spiegazione del costrutto 2.0;
2) una sintetica fenomenologia dell'amore in relazione a questo costrutto;
3) alcune riflessioni conclusive di taglio soprattutto educativo.
1. Il costrutto 2.0
Il termine viene introdotto nel 2005 da Tim O'Reilly che lo definisce icasticamente così: "la piattaforma è il Web". Cosa vuol dire? Due cose:
a) un cambio di paradigma nel modo di pensare l'informatica (dalla centralità del software, alla centralità del cloud);
b) per estensione, una nuova release, un salto in avanti nell'evoluzione di soluzione
Se si parte da qui, allora parlare di "Amore 2.0" significa:
a) pensare a come la Rete, nelle sue forme, modifichi il fenomeno;
b) pensare a una release diversa, a un fenomeno in qualche modo nuovo.
La domanda che questa preliminare riflessione ci lancia è, dunque: cosa diventa l'amore al tempo di internet? Si trasforma? E come?
2. Amore 2.0: una fenomenologia
Per rispondere a questa domanda, in questa parte del mio intervento prendo spunto da un saggio di Paul Ricoeur (Sessualità: la meraviglia, l'erranza, l'enigma), comparso originariamente nel 1960 sulla rivista "Esprit" e ora tradotto in italiano (P. Ricoeur, Il paradosso dell'educatore, la Scuola, Brescia 2014).
La tesi di Ricoeur è che oggi stiamo assistendo in materia di sessualità a una dialettica tra tenerezza ed erotismo. Per tenerezza Ricoeur intende "il rapporto con l'altro (che) vince sull'erotismo". nell'erotismo, invece, "la cultura egoista del piacere vince sullo scambio del dono" (Ricoeur, cit., p. 102).
Le forme dell'erotismo sono sostanzialmente tre: le descriviamo sinteticamente declinando l'idea di Ricoeur sul nostro tema.
1) La caduta nell'insignificanza. Qui gli aspetti da mettere in evidenza sono due: a) "il sessuale diviene vicino, disponibile" (e qui, in relazione alla disponibilità dei media digitali e della Rete, si può pensare a come questa abolizione della distanza venga garantita dall'iper-realtà della pornografia on line, in cui consta la sua oscenità, per dirla con Baudrillard); b) "la sessualità diviene pubblica" (anche da questo punto di vista, la disponibilità dei media digitali e sociali, è funzionale al fenomeno, nella misura in cui contribuiscono a ridefinire i confini tra spazio pubblico e spazio privato).
2) L'uso della sessualità per compensazione e rivincita. Ricoeur mette in relazione questo fenomeno con due grandi delusioni del mondo moderno: il lavoro e la politica. Anche qui vi sono due aspetti da mettere in evidenza: a) la relazione tra erotismo e "delusione del senso"; b) il ritiro nel privato. Pensiamo, in questa direzione, a come la percezione di essere connessi possa far diminuire il bisogno di relazione sociale; o ancora si può fare riferimento alla "cultura del rimorchio", da intendersi come esito vittoria della paura di rendersi vulnerabili sul desiderio di dar vita a relazioni stabili; infine, si presti attenzione a come, in Skype o in Facetime, per guardare l'altro si debba fissare la telecamera (e non la sua immagine sullo schermo).
3) La ricerca di un sessuale immaginario. Assume diverse forme:
- l'erotismo quantitativo (la compulsione tipica della dipendenza);
- l'erotismo raffinato (che esita nella perversione);
- l'erotismo cerebrale (ad es. quello che si manifesta nel voyeurismo).
Qui è ancora una volta la pornografia a venire in primo piano; insieme a essa, la possibilità di vivere avventure on line.
3. Riflessioni conclusive
In chiusura provo ad annodare tre rapide riflessioni.
In primo luogo, a margine delle tre forme dell'erotismo cui abbiamo fatto cenno, è possibile ricondurle ad altrettanti fenomeni con cui, di sicuro, l'amore 2.0 fa i conti:
- l'oggettivazione (del corpo, dell'altro, come nel sexting);
- l'isolamento (la "trappola di Narciso" di cui parla Katie Davis);
- la virtualizzazione (il riduzionismo tecnico e l'ansia da prestazione).
Una seconda riflessione è possibile fare in relazione all'uso che dei media digitali e sociali è possibile fare a supporto della tenerezza. Qualche esempio può essere d'aiuto:
- il linguaggio dei social (fidanzato ufficialmente con, sposato con);
- la possibilità di alimentare la complicità e di mantenere l'intimità (come capita con l'uso del SMS);
- la possibilità del contatto, la dimensione fàtica della comunicazione on line, "massaggi" e "carezze" digitali.
L'ultima riflessione la lascio a Ricoeur: "L'amore, così come la nostra cultura l'ha modellato, avanza tra due abissi: quello del desiderio errante e quello di una volontà ipocrita di costanza - caricatura rigorista della fedeltà. Felice e raro resta l'incontro, nella fedeltà vivente tra Eros insofferente di ogni regola e l'istituzione che l'uomo non riesce a mantenere senza sacrificio" (Ricoeur, cit., p. 110).
Strepitoso intervento! È bellissima l'analisi del pensiero di Ricoeur... Grazie!
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