Se ne è andato Candido Coppetelli. Un altro pezzo di una stagione felice della mia vita. Ci si era conosciuti a L'Aquila, nel 1985. Campo Nazionale di Formazione degli animatori CGS, i Cinecircoli Giovanili Socioculturali, l'associazione di cultura cinematografica di cui entrambi facevamo parte. Il mondo e lo spirito erano quelli di Don Bosco. Io al tempo ero un giovante studente di filosofia con la passione per il cinema, lui un giovane attore teatrale che poi sarebbe cresciuto, diventato regista, passato anche lui per il cinema.
Ci avvicendammo in periodi diversi alla presidenza dei CGS, sempre con la passione per i giovani che avrebbe caratterizzato tutta la sua vita e mille furono le occasioni di incontro e collaborazione. Ricordo le partecipazioni al festival del Cinema di Venezia, dove eravamo accreditati come Associazione, e soprattutto i corsi sul cinema e sul teatro di Cevo, in Val Saviore. In quegli anni ci erano compagni di strada Giacinto Ghioni, Vittorio Chiari, si lavorava insieme con Bano Ferrari, anche lui clown, anche lui votato al teatro ragazzi.
Candido era una persona garbata, gentile, attraversava la vita con un sorriso, il sorriso in parte ironico e in parte saggio di chi ha uno sguardo lungo e grazie a quello riesce a relativizzare i fatti.
Mi mancheranno i suoi auguri, puntuali tutti gli anni, mi mancherà il suo spirito, mi resteranno i ricordi di una persona buona, intelligente, colta, di carisma, un animatore e un educatore di razza, come piacevano a Don Bosco.
Il mio saluto lo lascio alle parole di Don Vittorio Chiari, che lo ha preceduto in paradiso...
"Vorrei tanto essere e morire da clown.
Non è una fuga dalla realtà
ma l'immersione
nel mondo dell'allegria,
della gioia, che nasce
quando uno vive
contento di sé.
degli altri,
della vita e della morte
che è ritorno a Dio,
il Padre che ci chiama
al momento giusto
quando avrà nostalgia
di ognuno di noi.
E creò Dio il cielo e la terra
E creò Dio l'uomo e la donna
ma al settimo giorno per riposarsi creò Dio il Clown!
Non poteva che essere andata così:
il Clown è un essere affascinante, venuto da lontano,
originale eppure comune.
Non è una leggenda metropolitana:
un pezzo di clown vive in ogni persona
che viene al mondo "con ali e cuore di bambino".
Ho sempre creduto che sia nato davvero il settimo giorno,
quando il Creatore decise di riposare.
Mi sono innamorato a prima vista: un colpo di fulmine
ma anche un amore fedele, dal sapore antico, nostrano.
È stata un'apparizione nella mia vita,
un qualcosa di magico e misterioso, di gioioso e triste
insieme,
a volte drammatico, tragico, come il clown
disegnato da Chaplin...
Al circo abbiamo sorriso del Clown,
forse senza renderci conto che dietro alla figura
del clown schiaffeggiato, amato dai bambini e schernito dai potenti, c'era quella del Christus patiens,
il povero Cristo della strada,
il don Chisciotte dai mille sogni spenti,
l'idiota di Dostojevskij, il Gimpel di Isaac Singer,
che credeva che la luna fosse caduta dal cielo
e che le mucche volassero sopra i tetti,
credeva che tutto fosse possibile, anche se non si capisce bene
come Gimpel credesse alle storie che gli raccontavano
per non dare del bugiardo a tutti: "Credere loro,
spero che abba fatto a loro bene!"
E il rabbino disse a Gimpel: "Meglio essere un idiota
tutti i giorni che essere malvagio per una sola ora".
[...] E in Paradiso vorrei arrivare cavalcando
un asinello da circo,
con il naso rosso del clown
e una lettera di raccomandazione
per gli amici, che verranno dopo di me,
ai quali mi sono impegnato
di preparare un bel posto in Cielo.
Mi fido di te, Signore!
Vieni a prendermi al momento giusto.
Quando la misura dell'amore è colma.
Grazie!"
Ciao, Candido...