L’idea di un seminario su “Media, storia e cittadinanza” nasce dalla consapevolezza della stretta relazione tra questi tre dispositivi concettuali all’interno della società dell’informazione (o della comunicazione dispiegata, per dirla con Breton, 1985).
I media “mediano” oggi in maniera significativa il rapporto con la storia di generazioni consegnate sempre più solo alla dimensione del presente. Il passato, per esse, rischia di assumere i contorni della rappresentazione, con un evidente slittamento dal piano dell’Erlebnis a quello del Vorstellen: quel che era ritorno, nella memoria, di quanto vissuto, oggi diviene sempre più scoperta, nel dispositivo spettacolare, di quel che per la prima volta si conosce.
La storia deve ai media questa possibilità di passare sotto i riflettori: in prima serata, in diretta, nelle comunità di discorso che popolano sempre più il Social Network. Si tratta di un’opportunità ambigua, perché se da una parte pare questa l’unica via di fuga dall’oblio e dalla tentazione di vivere solo il tempo presente, dall’altra essa è irta di rischi. Solo due tra i più rilevanti: il rischio della strumentalizzazione, dell’uso ideologico, della curvatura lobbistica; il rischio della deprofessionalizzazione, della riduzione a racconto in presa diretta fatto dall’uomo della strada, senza metodo, senza... memoria.
Infine,
Su questi tre fronti, sulle loro interferenze, la riflessione non si può più rimandare. Si sentano convocati gli storici, chi studia i media, gli educatori. Il seminario che si apre venerdì 11 aprile a Torino, alle 18.00, presso la sede dell’Istituto Storico della Resistenza, con la relazione di
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